Separazione e divorzio, quali sono le differenze
Due coniugi che non vanno d’accordo o tra i quali si palesano dei problemi, possono avvalersi della facoltà di separarsi e di divorziare. Come puoi ben immaginare separazione e divorzio sono accomunati dal solo fatto che marito e moglie non vivono più insieme, ma in vero, come ti spiegherebbe anche un avvocato divorzista Verona, si tratta di due istituti giuridici distinti e separati.
Differenza di concetto
Partiamo con la prima grande distinzione tra separazione e divorzio che concerne l’aspetto concettuale. La separazione rappresenta infatti un periodo in cui gli obblighi reciproci tra i coniugi vengono momentaneamente sospesi. Marito e moglie prendono una pausa di riflessione, vivono lontani e valutano se realmente immaginano di voler proseguire la loro vita l’uno distante dall’altro. La separazione può in tal senso infatti concludersi sia con una riappacificazione sia essere solo passo precursore del divorzio. Quest’ultimo infatti rappresenta il vero e proprio svolgimento del vincolo coniugale. Il matrimonio smette di avere effetti civili (ovviamente ci teniamo a precisare che questo dal punto di vista della nostra religione cattolica non cambia nulla: dinanzi a Dio si resta sposati finché si campa).
A ben vedere già dal punto di vista teorico, più che tecnico, i due istituti si differenziano, anzi spesso sono l’uno conseguenza dell’altro.
Cosa dice il nostro ordinamento
Separazione e divorzio sono istituti giuridici meticolosamente disciplinati dal nostro ordinamento, sia per quanto riguarda gli effetti, sia per quanto concerne la durata. Basti pensare che la separazione può essere provvisoria, indurre insomma i coniugi a recuperare il rapporto. Durante la separazione gli obblighi coniugali sono momentaneamente sospesi, ma la legge vieta agli ex coniugi di poter contrarre nuovo matrimonio sebbene anche l’obbligo di fedeltà sia stato congelato nell’attesa di decidere sul da farsi. Tutto ciò con il divorzio non esiste. Il matrimonio si scioglie infatti definitivamente, solo dopo che sia trascorso il periodo di separazione senza riappacificazione: una volta divorziati, i rispettivi coniugi possono rifarsi una vita e contrarre anche nuovo matrimonio.
Con la separazione, sia consensuale che giudiziale, solo ufficiosamente si può parlare di “ex marito” o di “ex moglie”, dal momento che su carta il matrimonio esiste ancora e il giudice spinge alla riconciliazione dei coniugi. Quando invece si giunge al divorzio, anche la carta canta: il vincolo matrimoniale viene sciolto per sempre e se puta caso i due ex coniugi dovessero riscoprire l’amore reciproco, per dirsi di nuovo marito e moglie dovranno di nuovo convolare a nozze.
I tempi e i costi
Non meno importante la sostanziale differenza tra i due istituti giuridici concernente tempi e costi. Vero è che in ambedue i casi, dal punto di vista delle tempistiche la differenza viene fatta soprattutto dalla volontà o dal consenso dei coniugi, ma resta tuttavia il fatto che i due istituiti vengono posti in essere secondo dei tempi differenti gli uni dagli altri. Di solito I divorzio è quello che richiede tempi molto più lunghi, anche se con la riforma del 2015 sul divorzio breve, I tempi per entrambi gli istituti sono stati notevolmente accelerati. La separazione si può infatti raggiunge in sei mesi, mentre il divorzio in circa un anno, qualora ci sia il consenso di entrambi. In caso invece di battaglia legale, la complessità del caso può richiedere tempi più lunghi, in particolare se bisogna trovare un accordo sull’aspetto patrimoniale e sulla questione figli.
Infine anche per ciò che attiene ai costi, separazione e divorzio si distinguono. La separazione costa molto meno, perché richiede anche un impegno del professionista che se ne occupa di gran lunga più snello. Le cose si complicano laddove si optasse per una separazione giudiziale e dopo per il classico iter di divorzio. In questo caso le parcelle degli avvocati cresceranno in maniera esponenziale.